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Accade solo a Reggio Emilia
Il sindaco commissiona una ricerca sulla ‘Ndrangheta, poi non la consulta. Però va in un paesino del Sud, da dove viene la cosca della sua città
Ritorno sul convegno di studio organizzato dall’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, al quale è intervenuta, da protagonista Sabrina Pignedoli, giornalista e scrittrice impegnata nella difficile campagna di informazione sulle mafie in Emilia Romagna. In particolare su quella calabrese, la ‘Ndrangheta, specializzata in operazioni illegali nell’edilizia e nel riciclaggio del cosiddetto denaro sporco. Sabrina nell’occasione ha ribadito una cosa nota: la collusione a volte profonda con alcune amministrazioni locali o nel migliore dei casi l’impreparazione e l’inadeguatezza nell’affrontare l’emergenza.
La ‘Ndrangheta agisce in tutta la regione ma a Reggio Emilia aveva messo fortissime radici. Nel cuore della regione, forse non a caso e quello che stiamo per riportare, raccontato dalla collega, riguarda per il momento solo quella città e quella provincia ma è difficile credere che il malaffare venisse perpetrato solo là e infatti anche a Bologna ci sono state lunghe operazioni di indagine che hanno ad esempio portato all’arresto di Nicola Acri, considerato uno dei 100 latitanti più pericolosi al mondo.
Siamo nel 2008 e l’allora sindaco di Reggio, Graziano Del Rio, oggi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, commissiona uno studio sul fenomeno mafioso locale al noto esperto professor Enzo Ciconte. Analisi dettagliata e chiara, naturalmente ben pagata con soldi dalla cassa del Comune di Reggio, come era giusto che fosse. Ricordiamo che in zona risiedono circa 10.000 persone native di Cutro, in provincia di Crotone. Quasi lo stesso numero di abitanti del paese calabrese. E a Cutro si reca in visita Graziano Del Rio. Casualmente poco tempo prima delle elezioni comunali che lo vedono ancora candidato, ma con qualche certezza in meno rispetto all’esito di qualche anno prima.
Il racconto di Sabrina Pignedoli mette i brividi, ma ancora di più ne provoca la lettura di un successivo interrogatorio dello stesso Del Rio, chiamato come teste, che proponiamo così come riportato dalla Gazzetta di Modena in questo link:
Dice Sabrina, a proposito di un passaggio di quell’interrogatorio: «Ad una precisa domanda sul boss Nicola Grande Aracri e sulle sue origini a Cutri Del Rio si impappina e risponde in maniera generica. Questo voleva almeno dire che quel rapporto di Ciconte, pagato con denaro della comunità, Del Rio non lo aveva proprio letto».
Cose che accadono solo a Reggio Emilia. Speriamo
Franco Montorro
11 Dicembre 2015