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Basket City e… i nemici
Da Marzorati a Meneghin, una prima carrellata di personaggi che non sono mai stati a Bologna, ma che sono stati grandi campioni anche di simpatia
Oggi compie 72 anni Sandro Galleani, personaggio straordinario che non si può liquidare come massofisioterapista perché se nella forma è un termine giusto nella sostanza non rende del tutto onore ad un protagonista dello sport italiano: come ciclista prima, poi nel basket a Varese in Nazionale a sciogliere muscoli e tensioni. Parlo prima di lui, per il suo compleanno, per una serie di personaggi che a Bologna non sono mai stati come addetti ai lavori e che dunque qualcuno potrebbe aver considerato come nemici, mentre invece sono stati elementi invidiabili e da copiare.
Un altro è Claudio Bonaccorsi detto “Bomba”, genio e sregolatezza in 25 anni di carriera, indifferentemente playmaker o guardia, tiro letale e simpatia contagiosa, ragazzo e uomo intelligente ed impegnato.
Pierluigi Marzorati, per la storia: unico giocatore professionista al mondo ad aver giocato in cinque decenni diversi. Forse il miglior playmaker puro nella storia del basket italiano. Bandiera mai ammainata di Cantù. Ingegnere di vaglia, consulente Fiba per l’omologazione dei nuovi palasport in tutto il mondo. Fino a pochi anni fa mandava mail con barzellette sconce (eufemismo), ma fra i destinatari c’era anche un vescovo. «Pierlo – gli dico – guarda che l’hai mandata anche a Monsignor X». E lui: «Si diverte un mondo e qualche volta me ne racconta di sue».
Dino Meneghin, il numero 1. Anche nell’antipatia provocata agli avversari. Ma esemplare, nel senso di esempio, su come si affronta una partita in campo esterno: «Le offese, gli insulti, i cori contro non mi hanno preoccupato, mi hanno sempre esaltato». Negli anni 80 in Grecia gli urlavano “Dino, Dino cicciolino”, in riferimento a Ilona Staller. «Io li castigavo più volentieri».
Facciamo 1) Continua?
Franco Montorro
3 Marzo 2016