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Blocchi della circolazione
Ti viene un colpo al cuore nel vedere di blocchi sotto le Due Torri e davanti la Mercanzia. E l’angoscia per non avere una risposta a: ma perché?
L’ex sindaco Giorgio Guazzaloca forse passerà alla storia per la sua elezione, non certo per quello che ha fatto nei suoi cinque anni di mandato, ma venne mediaticamente sbranato per le famose-famigerate gocce. Allora, che cannibalismo da parte dell’informazione dovrebbe essere applicato a chi ha sparso sotto le Due Torri e davanti al Palazzo della Mercanzia quei blocchi che ti fanno venire un colpo al cuore, per la loro stupida ma devastante inutilità, come e più di certi fittoni nelle strade del centro, a protezione dei pedoni, come se se nella T una volta l’anno si corresse il Rally del Nettuno.
Sono andato a vederli, volevo schifarmi di persona, ma non avevo pregiudizi, potevo sempre trovarli in qualche modo efficaci e quindi ricredermi. No, proprio no e ti prende l’angoscia quando ti chiedi: ma perché. O anche per chi? L’opinione è una cosa personale, quindi soggettiva, che si può proporre e discutere. Quello che non fa qualche elemento di questa giunta, che sceglie la via del silenzio tipo cartello “Non parlate al conducente” oppure prosegue nel suo essere giulivo come neanche la Vispa Teresa. Gente tutto sommato da lasciar perdere, se non ci penseranno loro stessi a non rivincere alle prossime elezioni.
Torniamo ai blocchi. Li giudico freddi, di colore spento, già sporchi e figuriamoci come saranno belli quando si sveglieranno dal letargo invernale i graffittari. Utilità? Boh. Il nulla assoluto è quello del presunto leggio, sproporzionato, come mettere un quadrato di lasagna in un piatto di 50 centimetri di diametro. Disposizione? Forse un po’ meno concentrati potevano anche passare, così sembrano predisposti per un’assemblea di condominio.
Poi, perché solo lì e per fortuna in altre parti no? E perché in nessuna altra città storica che ho visitato e vi assicuro che sono andato ben oltre Firenze, Venezia o Roma non ho mai visto niente di simile?
Una reazione dei “pro” è quella di dire che la critica dovrebbe occuparsi di ben altri problemi, il problema è che con quei blocchi si conferma l’inadeguatezza di qualcuno a occuparsi di questioni che riguardino persone ed eventi fuori dal suo ufficio.
Mi domando: che significato hanno? Che cosa rappresentano? Poi vedo tre liceali che saltano sopra un blocco per farsi un selfie. Ecco a cosa possono servire i blocchi: ad esaltare la superficialità esibita e condivisa e fin quando si tratta di un autoscatto, passi. Quando li si difende ad oltranza, e parlo di chi li ha voluti e realizzati con denaro pubblico, le sfaccettature possibili sono diverse: presunzione, personalismo, ignoranza bastano ma ne avanzano altre. due parole contrarie di commento? No, grazie.
Gaetano Saperi
12 Dicembre 2015