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Bologna batte Higuainapoli
I rossoblù hanno iniziato a vincerla partita quando hanno smesso di aver paura di perderla. Lezione valida e ripetibile anche in altri settori della vita cittadina
La partita perfetta, ma anche quella che avevamo sperato in fase di pronostico, con i rossoblù che hanno iniziato a vincerla mentalmente, quando hanno smesso di aver paura di perderla e non pensato alla regola del “primo non prenderle”. Dal momento che l’Higuainapoli di gol ne fa sempre tanto valeva non aspettarli ma cercare di farne altrettanti se non di più ed è stato un compito svolto alla perfezione, perché alla testa si è aggiunta la gamba e nessuna delle due è mai andata in crisi, anche se gli ultimi minuti della ripresa sono stati da cardioconversione per fibrillazione atriale.
Il Bologna ha giocato di squadra, con leggerezza nei movimenti e concentrazione nelle cose, dando per oltre 80 minuti l’impressione di dominare la gara e anche se il Napoli ha da recriminare per un palo e Mirante è stato certamente più impegnato di Reina, il gol del 4-0 fallito in maniera clamorosa da Mounier riporta il giudizio della gara su un binario unico: ha meritato il Bologna.
Che non merita di essere trattata come una provinciale, almeno secondo certi commenti televisivi che lo equiparano al Carpi. Certo la classifica è quel che è, ma stiamo parlando di una squadra che se non fa tremare più il mondo, e che negli ultimi anni ha giocato più da inferno che da paradiso, resta pur sempre la quinta squadra italiana per numero di scudetti. E se nessuno si sognerebbe di dare della provinciale a Genoa, Samp, Palermo o Fiorentina non si vede perché questa patente vada affibbiata con leggerezza alla formazione rossoblù.
La vittoria del Bologna, il suo crederci, potrebbe essere di esempio a qualcuno di quelli che concorreranno alle prossime elezioni comunali. Dalla tracotanza del PD alla rassegnazione latente di Forza Italia, dal gallettismo leghista e grillino alla frammentazione della sinistra vera. Per carità, il Bologna non vincerà lo scudetto e andrà bene se si salverà a fatica, ma interpretate la sua storia recente. Si è affrancato dai potentati locali, si è reso interessante per consistenti investimenti esteri, ha riguadagnato considerazione nazionale anche se molto c’è da fare, si è liberato da pesi come Delio Colombo. O era Andrea Rossi? No, era Delio Rossi, lui almeno ha ricevuto l’arrivederci e grazie. Bastavano due cose al Bologna: crederci e avere un progetto. Passando oltre, in proiezione elezioni, chi ce li ha questi intendimenti fra gli schieramenti politici bolognesi? Ce l’ha forse chi per la stampa locale e per i partiti istituzionali è meglio ignorare, con ignoranza e presunzione? Ma così si fa la fine del Napoli. Per una partita sola, magari, o per due. Ma se il calendario quelle due gare le mettesse in programma nelle domeniche del primo turno e del probabile ballottaggio? E guardate che lo sport insegna una cosa sola: a vincere, non a far perdere.
Franco Montorro
6 Dicembre 2015