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Boomlogna
Due note su e dopo Genoa-Bologna: Mirante è di gran lunga il secondo portiere italiano, Diawara non deve essere “bastonato” dal Giudice Sportivo
Due considerazioni distanti fra loro, con due soli punti in comune: il Bologna e l’Italia. Partiamo dalla nota lieta: non da ieri Antonio Mirante merita di rientrare nel giro della Nazionale, quale secondo miglior portiere italiano del momento. Perché se alle spalle dell’inossidabile e straordinario Buffon ci devono essere Sirigu che non gioca più al PSG e Padelli, è un’ingiustizia per il portiere rossoblù. E considerando che nella schiera dei giovani rampanti (Bardi, Leali, Scuffet, Perin, Sportiello) solo l’atalantino ha mostrato continuità, almeno in questo scorcio di campionato, Mirante rappresenta il giusto mix di atletismo ed esperienza. Conte, che sarà anche antipatico ma non è affatto stupido, del resto ha detto che convocherà chi gioca. Se poi gioca bene, come nel caso di Mirante, tanto di guadagnato per lui e per la squadra azzurra.
Secondo argomento: il “caso” Diawara. Ha scritto su Facebook Gianluca Fazioli: « Allora, io visto la partita da un sito portoghese. La telecronaca dal loro studio, e audio senza quella italiana con il tifo del pubblico e i microfoni da bordo campo. Hanno sempre offeso i nostri giocatori. Brienza nel secondo tempo si è preso del figlio di.. del pezzo di me… e quando Diawara è uscito dopo il colpo ricevuto per riprendersi, si è beccato del “negro di me…” e altra roba sul parto di sua madre…. ora io non so se provenisse dalla panchina ligure o da qualcuno del pubblico sugli spalti a bordo campo.. ma è stato davvero inquietante».
Giusto. Può essere che a norma di regolamento la sua espulsione sia stata ineccepibile e probabilmente così è. Adesso però è compito del Giudice Sportivo sanzionare una pena commisurata al fatto nella sua interezza, quindi tenendo conto della giovane età del calciatore e dell’ondata di insulti a sfondo razziale che aveva subìto. Perché il razzismo non va combattuto a parole, ma le parole – gli insulti – vanno combattuti e se il codice della giustizia sportiva prevede che siano comminate pene particolari quando il pubblico si comporta in una certa maniera, mi aspetto che al Genoa venga inflitta una pesante pena pecuniaria. Dipenderà molto da quello che ha scritto l’arbitro nel rapporto, ma nell’era della tecnologia perfino esasperata non dovrebbe essere tutto legato al giudizio di una persona sola. Infine, dal pulpito genoano è difficile accettare prediche, vedi i comportamenti di Perin e soprattutto Dzemaili al termine della gara con il Sassuolo.
Franco Montorro
13 Dicembre 2015