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Cambiare aria
In Italia record di decessi per smog, con picco nella Pianura Padana. Ma siccome parliamo di polveri, chi ne parlerà in campagna elettorale?
Quando si dibatte sul passante, il tema forte è la viabilità intesa come tempi di percorrenza. Quando si dibatte sui T-days gli oppositori lamentano la perdita di appeal commerciale per i negozi del centro. Poi ci sono le remunerative piste blu e le ciclabili sfruttate in proporzione come un bagno sulla spiaggia in dicembre a Marina di Ravenna. Sì, qualcuno per bici e pedonali oppone ragioni di salute che viene difesa e forse ha ragione. A parte che la cementata pro pedalatori sui viali non deve aver fatto benissimo ai già anoressici alberi appena fuori porta. A parte che già sui viali, tipo verso Porta San Felice, già si respira aria gasata – con una S sola e senza bollicine – che te la raccomando. A parte che strade tipo Via Mazzini o via San Felice d’inverno regalano ai pedoni che passano sotto i portici scarichi industriali dalle macchine, ma non è che nelle più “libere” Via Sabotino o Massarenti le cose, alle otto di mattina vadano meglio.
Come detto, c’è qualcuno che si batte e si sbatte per questo, però quando vai a leggere o a immaginare le prime bozze di progetto dei vari schieramenti per le prossime elezioni comunali dell’inquinamento trovi solo polvere sottile ovvero impalpabile. Perché le boccate d’aria inspirata ed espirata della contrapposizione politica riguardano sempre: traffico (appunto, per come spiegato), sicurezza, integrazione, edilizia. Motori, pistole e cemento, tanto per semplificare esagerando. Poi però ci sarebbe da parlare di altro, ma in questo caso le proposte governative non riescono a nascondere come si sia affrontato male il problema e quelle populistiche non lo considerano. Magari perché demolendo un sistema un po’ di polvere aggiuntiva la si provoca eccome.
L’Italia è il primo Paese in Europa per decessi prematuri causati dall’inquinamento, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente. Un dato risalente al 2012, di certo non migliorato: oltre 84.000 su un totale di meno di 500.000 nella UE. Senza scendere nel dettaglio di come micro polveri e biossidi soprattutto diventino funesti il dato più da brividi è che la zona più colpita sia la Pianura Padana, particolarmente in quelle zone industriali che già riversano nel Po e nei suoi affluenti veleni non ancora ben quantificati che poi non finiscono nel Mar dei Sargassi a contaminare le anguille, ma nel Mare Adriatico, bagnanti di Cattolica e anguille di Comacchio compresi. Bologna è una delle città che ha superato da tempo i limiti di inquinamento previsti dalla più benevola Organizzazione Mondiale della Sanità.
Non è colpa solo dell’inverno, non è effetto solo del traffico, ma è un problema importante. Ed è un pericolo. Molto più importante dei veleni che potranno essere sparsi in campagna elettorale per uno sgombero o un collegamento con l’aeroporto (foto Lega Ambiente).
Gaetano Saperi
1 Dicembre 2015