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Cara Bologna, ma quanto sei cara?
Un’indagine comparativa su 105 categorie di prodotti venduti in 885 esercizi di 68 città, fa intendere che qui i prezzi sono più alti che altrove
Il nome della catena di discount che ha fatto realizzare la pubblicità che stiamo per spiegare, non ha tutto sommato importanza; ne ha invece chi ha condotto l’inchiesta che ha dato i risultati che hanno spinto quel gruppo di supermercati ad autoassegnarsi la medaglia d’oro come “Il più conveniente d’Italia”. Citiamo invece Altroconsumo, che l’inchiesta l’ha sviluppata lo scorso settembre in 885 punti vendita di 68 città italiane, rilevando i prezzi di 105 categorie di prodotto, con paniere di riferimento “Prodotti meno cari”. Il gruppo di cui sopra si vanta allora di poter offrire ai suoi clienti un risparmio fino a 4062 euro all’anno, ovvero il “risparmio massimo ottenibile nell’indagine per città rispetto al supermercato più caro su paniere prodotti di marca”.
Ed ecco poi la tabella di verifica città per città, dai 3735 euro risparmiabili sulle spese nei 12 mesi ad Alessandria fino ai 3673 di Viterbo (in ordine alfabetico, qui). E quel massimo di 4062 euro virtualmente mai usciti dalle tasche del cliente medio da dove viene? Toh, da Bologna e uno di primo acchito potrebbe pensare: come sono carini ad avere prezzi così poco cari quelli di quel discount sotto le Due Torri! La realtà è anche un po’ diversa. Perché immaginando una certa omogeneità dei prezzi della catena più conveniente su tutto il territorio nazionale, questo virtù al risparmio che autorizza a comprare due pagine pubblicitarie sui principali quotidiani nazionale deve tener conto di prezzi medi di un certo conto a Bologna e di altri nel resto d’Italia. Se i miei prodotti costano in totale 800 euro, a Ravenna 900 e a Bologna 1000, il risparmio è naturalmente più alto da noi che in Romagna. In ogni caso, confronti che confermano un dato di fatto che ci era già ben noto: la nostra cara città è più cara di altre e non parliamo di sentimenti.
Franco Montorro
6 Novembre 2015