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Coalizione Civica Wile Coyote Fans Club
L’esito delle primarie di Coalizione Civica non è andato giù a qualcuno, perché diverso da quello voluto dai grandi vecchi (con una sindrome)
Anni fa Walter Veltroni – un amico, lo preciso – scrisse un bell’articolo su Wile E. Coyote paragonando a lui la Sinistra Italiana, sempre a caccia di un qualcosa che maldestramente le sfugge fino alla situazione paradossale dell’ultimo cartone animato: quando lo sfortunato protagonista finalmente cattura Beep Beep e alza due cartelli: “Avete voluto che lo prendessi” e “Adesso che ne faccio?”.
Wile E. Coyote, personaggio che nasce da uno splendido racconto di Mark Twain, in effetti torna di moda come personaggio simbolo della Sinistra bolognese dopo le primarie di Coalizione Civica, con l’evidente frizione fra lo zoccolo duro (anche di comprendonio, scusate) dei padri (facciamo anche nonni, valà) fondatori e le presunte truppe cammellate che non hanno scelto il candidato sindaco secondo le indicazioni di cercatori di funghi o di incompresi satirici.
Ed allora, appena investito Federico Martelloni del ruolo di candidato sindaco, ecco subito la corsa al contrario di molti per non aiutare nella corsa un Beep Beep che nel caso specifico si chiamerebbe balottaggio. Accusa principale, a chi ha votato lui e non Paola Ziccone, di non essere civico ma partitico, come se ad un partito non si dovesse essere mai stati iscritti e chissà quanti di quelli che ora strepitano sono stati davvero mai senza tessera e quanti invece stiano già pensando all’autolesionistico “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Sono quelli che nel cortile avevano il pallone e avevano detto, più o meno: se non vi va bene, ce lo teniamo noi e arrangiatevi. Si sono arrangiati, infatti, votando a larga maggioranza un candidato che mi pare molto meno legato ad una politica tradizionale fatta di designazioni. Un Wile E. Coyote, forse. Ma Wile E. Coyote è un sognatore a suo modo geniale e tutto fuorché uno racchiuso in certi schemi, come qualche Zio Paperone chiuso nel deposito delle sue vecchie idee.
La cartina di tornasole sarà nell’atteggiamento da qui alle elezioni. L’acidità diffusa dei perdenti – chiamiamo le cose con il proprio nome – è già notevole. E sgradevole.
Franco Montorro
29 Febbraio 2016