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Coatto di forza
La smodata reazione di Destro al gol del 2-2 con la Roma ha provocato giudizi al vetriolo da parte dei tifosi romanisti. Niente di male, non fosse che ad esprimerli sono stati anche dei giornalisti
Prima o poi lo finirò quel libro che si dovrebbe chiamare “Il tifo è un cappotto”, perché ogni giornalista sportivo è un tifoso, altrimenti si sarebbe occupato di altro. Ma il tifo per chi fa la mia professione è appunto come un cappotto che in un palasport si appende in sala stampa e che si indossa di nuovo solo dopo l’ultima battitura di tasto o l’ultima parola al microfono. E’, così dovrebbe essere e così non è più soprattutto nelle trasmissioni radiotelevisive, quando essere di parte diventa un vanto superiore a quello di essere bravi, alla faccia della credibilità nei confronti dei super partes. Sempre di meno, a dire il vero, perché sugli spalti e sulla poltrona o si odia o si ama, non si ragiona.
E si giudica solo per appartenenza, in un classico manicheismo che fa di noi degli angeli e degli altri delle bestie, alla faccia di Pascal. Così è stato per Bologna-Roma 2-2, diversamente giudicato da capitolini e felsinei e non solo nella massa ma anche nella presunta e affannata élite (sic!) della stampa. Con due temi portanti: l’arbitraggio di Rocchi e l’esultanza di Destro dopo il gol del pareggio.
La direzione di gara è stata in linea con le condizioni del campo: un disastro, ma mi viene difficile pensare che sia stato per la fin troppo evocata sudditanza psicologica. Insomma, non malafede ma scarsa qualità come confermato dalle pagelle dei romani e dei bolognesi (giornalisti e/o tifosi): bocciato da una parte e dall’altra e infatti pare essere stato imparziale in tutti i suoi errori, impantanato nel giudizio come il pallone nella zona di campo sotto la tribuna centrale e, ah sì, i due rigori generosi alla Roma, la mancata espulsione di Mirante e un bel po’ di altre cose da rosicare.
Poi arriva Mattia Destro, che segna la rete del pareggio ed esulta in maniera smodata e un po’ scema. Non tanto per la provocazione – a Genova il giorno dopo si è visto di peggio – ma per l’ammonizione automatica che lascia in braghe di tela il Bologna nella zona d’attacco della partita di sabato a Torino. E a Roma si grida alla scandalosa ingratitudine dell’ex, nel nome di quell’ipocrita convinzione che non si debba esultare dopo un gol alla propria ex squadra. Per come va il mercato dalle porte girevoli di questi ultimi anni le esultanze dovrebbero ridursi in maniera molto consistente.
Destro ha sbagliato nella forma, ma la sostanza potrebbe essere quella di un ragazzo non stupido arrivato a Bologna con la speranza, quando non la convinzione, di ripartire alla grande dopo annate buie e con poca considerazione nei suoi riguardi. E lui non è andato ad esultare infamando i tifosi della Roma, ma sotto la curva del Bologna che lo ha comunque sempre sostenuto e incoraggiato, non è stata rabbia, ma gioia. Se ne rendano conto gli aciduli colleghi giallorossi, che a Totti hanno visto fare molto di peggio e lo hanno sempre esaltato anche per questo.
(Foto 1000 Cuori Rossoblù)
Franco Montorro
23 Novembre 2015