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Colori furbi d’insieme
Dopo aver criticato la pubblicità dell’evento bolognese di “Possibile” e analizzato il logo di “Coalizione Civica” eccoci a Manes Bernardini
L’evento di Possibile di qualche tempo va mischiava graficamente Due Torri e Archiginnasio, pensionati rassegnati e sole del tramontare. Il logo di Coalizione Civica è un Nettuno-Caronte, ma è ancora lunga la strada fra disegni e simboli degli schieramenti per le prossime Comunali.
Questa volta la critica – parola che significa esame e giudizio su certe caratteristiche – riguarda il movimento di Manes Bernardini, fuoriuscito di Centrodestra. Dalla Lega e ne riparleremo. La sua scelta o di chi per lui è di vera alternativa: nessun simbolo, solo lettere e furbi giochi di colori, qualche richiamo al passato e un’astuta scelta del corpo, cioè della grandezza, dei font, cioè delle stesse lettere.
Che ci sia qualcosa (ancora) di berlusconiano è innegabile, con quel tondo che però nel caso del Polo delle Libertà sparava grande il nome Berlusconi e sotto, più in piccolo la ragione della candidatura: la presidente, qui sindaco. Di diverso c’è che in questo caso il nome di Manes Bernardini è più piccolo di quello del nome del movimento. Come a ribadire che la scala di importanza attribuita è questa: movimento, capolista, obiettivo; anziché leader, partito e aspirazione e il cambio di termini non è sicuramente casuale.
I colori. Accorti. Anche dopo la separazione restano cose in comune (con la c minuscola) e allora ecco un bel verde Pontida a rassicurare la vecchia guardia leghista, che è cambiato tutto ma non è cambiato niente. Poi serve un po’ di rosso, che volente o nolente “buca”, ma che nessuno penserebbe mai di accoppiare alla sinistra se è completato da quel bel blu che fa tanto Bologna Calcio.
La striscia rossa che separa gli spazi bianco superiore e blu inferiore sembra quasi rappresentare un’etichetta adesiva che viene man mano tolta per rivelare che cosa c’è sotto. O per meglio dire dentro l’offerta politica di Bernardini. Tutto efficace meno che per gli astigmatici.
Franco Montorro
4 Dicembre 2015