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Derby: simpatici e antipatici, più o meno. Sempre secondo me
Il primo visto nel ’73, l’ultimo – come tutti – nel 2009. In mezzo tante gare ma soprattutto tanta gente. Ecco qualche personalissima classifica
Il canestro più ignorante del derby? Con buona pace di Basile quello vincente di Dusan Vukcevic allo scadere del derby numero 103, il 29 marzo 2009.
Il più grande italiano nel derby? Difficile: diciamo Brunamonti da una parte e Myers dall’altra.
Il più grande straniero nel derby? Facile: Sasha Danilovic e Gary “Baron” Schull.
L’azione più spettacolare nella storia del derby? Io voto la stoppata di Ginobili su Myers in Gara 2 della finale 2001.
Nessuna classifica, ma un doveroso ricordo per due artisti del microfono, sia pure in ambiti diversi: Lanfranco “Il Lungo” Malagoli e Maurizio Gentilomi.
Quizzone: che motivetto suonava l’organista in Piazza Azzarita quando entrava in campo la Virtus? La risposta nel prossimo Amarcord, domani
Indipendentemente dai ruoli e dalla classe, i miei due quintetti ideali “da derby” sono: Zatti, Basile, Myers, Pellacani, Bagaric. E Brunamonti, Abbio, Danilovic, Richardson, Villalta. Questione di “fotta”.
I migliori allenatori italiani o che hanno lavorato in Serie A si sono seduti su una o entrambe le panchine bolognesi e per scegliere il migliore la fatica è poca, proprio se si guarda al trascorso di là e di qua. Ma non solo, perché Aza Nikolic è stato a mio modo di vedere il più grande allenatore europeo di sempre.
Il virtussino a cui sono rimasto più legato? Manu Ginobili. Fortitudo? “Black Nino” Pellacani, un artista, anche se non è sua la maglietta più divertente nella storia del derby: Io picchio Abbio.
Bisogna tenere in considerazione anche gli antipatici e dichiararli/dichiararsi. Stojo Vrankovic e Rashard Griffith mi sono sembrati sempre troppo supponenti e, come dire, “calati dall’alto”.
I dirigenti migliori? Poker d’assi: Porelli, Cazzola (nella foto), Seragnoli e Lefebre.
Franco Montorro
4 gennaio 2017