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Di chi è chi veramente Bologna?
Abitiamo, viviamo, sopravviviamo in una Bologna che è città di nessuno, per una nostalgia che dovrebbe andare per una città che non c’è ancora
Troppa percezione, zero suggestione. La facile equazione trova la soluzione consona nel sondaggio che Datamedia ha dedicato a 14 città metropolitane apparso su Italiaoggi di venerdì 13 novembre 2015. La più vivibile è Bologna. Ovvio che un secondo dopo ci si accapiglia se sia vero o no. Una volta offerto l’obolo alla sondaggiocrazia è possibile porsi la domanda reale: “Di chi è veramente Bologna”? Il bello e il brutto è che non siamo più interessati a rispondere perché trattasi di tema che impegna. E appunto il bello e il brutto di Bologna è l’assenza di una suggestione profonda, il cui effetto consiste nella bulimia percettiva e nell’assenza di una geografia esistenziale. Noi riusciamo a oltrepassarci, per dirla alla Pasolini, cioè abitiamo, viviamo, sopravviviamo, in una “città di nessuno”. Minimo apologo di una certa presunzione mista a timidezza nel guardare in faccia un destino, da tempo, compiuto, mentre la nostalgia vera andrebbe gridata per la Bologna che non c’è ancora. Ancora il bello e il brutto pre-politico, quasi esistenziale nella volontà di schivare clap, clan tenorilmente identitari di quelli che sempre sapranno o saranno in grado di dire come non va a finire. L’impossibilità di reperire un taxi mi aiuta nel fare mente locale su questa impasse dell’immaginario sociale. Che tinge d’impotenza ogni parola, corpo e carne. Ci ho messo ore ed ore causa l’ennesima sagra paesana adibita a evento social. Ho camminato nella “città di nessuno” augurandomi anche di un socmel per ribaltare i modelli.
Ivo Germano
24 Novembre 20015