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Febbre a 38%
E’ la percentuale di voti del PD alle ultime elezioni comunali. E la prossima primavera non raggiungerà i 12 punti in più per fare tutto da soli
Dire che il Pd sta al PCI come Renzi sta a Berlinguer è troppo facile e troppo riduttivo. Diciamo che ci sta come il Commissario Auricchio (interpretato da Lino Banfi) sta a Sherlock Holmes o come la tangenziale delle biciclette di Colombo sta alla tangenziale vera e propria di Giuseppe Dozza. Però può essere curioso, considerandolo erede per quanto spurio, andare a vedere quanti voti e che percentuale abbia realizzato nelle elezioni comunali il partito più forte della Sinistra. Il dato parte dall’immediato dopoguerra e naturalmente per quello che riguarda il numero delle preferenze bisogna tenere conto della popolazione crescente fino a metà anni 70. Era di 317.141 abitanti nel 1946, raggiungerà un massimo di 493.933 nel 1973 fino ai 371.151 dell’anno dell’ultima consultazione, il 2011. Ed anche che dal fatto che dal 1999 i candidati sono sostenuti da coalizioni, quindi il dato relativo a DS o PD è forzatamente ridotto, ma sintomo di una spaccatura forte.
1946 71.369 voti 38,24% 317.141 abitanti
1951 93.043 voti 40,39% 340.427 abitanti
1956 121.556 voti 45,26% 387.574 abitanti
1960 138.090 voti 45,57% 440.960 abitanti
1964 149.433 voti 44,79% 482.438 abitanti
1970 149.338 voti 42,54% 493.070 abitanti
1975 179.622 voti 49,02% 489.642 abitanti
1980 158.585 voti 46,04% 466.593 abitanti
1985 151.113 voti 44,51% 437.203 abitanti
1990 124.237 voti 38,72% 411.803 abitanti
1995 104.603 voti 38,66% 386.491 abitanti
1999 57.111 voti 25, 35% 381.161 abitanti
2004 80.477 voti 36,54% 374.425 abitanti
2009 85.262 voti 39,91% 377.220 abitanti
2011 72.335 voti 38,28% 371.151 abitanti
Guarda caso, i voti e la percentuale del 2011 è quasi uguale a quella del 1946 e ad ogni modo anche all’apice delle sue fortune il PCI nelle sue diverse varianti non ha mai raggiunto da solo il 50,01 dei consensi necessario a governare in maniera autonoma. Nel 2011 a Merola per arrivare al risicato 50,47% che evitava il ballottaggio ha avuto bisogno dei 30.225 voti delle altre forze di Sinistra. Poi il PD ha continuato a muoversi in maniera egemone e non è affatto scontato che da solo raggiunga la stessa percentuale delle ultime elezioni, né che l’altra Sinistra lo supporti al primo turno e nemmeno che lo soccorra al probabilissimo ballottaggio. Che non significa, come sostiene il Corriere di Bologna pro domo sua (ma cui prodest?), volere la sconfitta del Partito Democratico a tutti i costi, ma vuol dire provare a vivere un’autonomia troppo spesso ignorata quando non dileggiata. Tifare per qualcosa anziché contro qualcuno. In Via Rivani servirebbe umiltà, ma da qui alla prossima primavera quella dote continua a viaggiare lenta per una ciclabile di Colombo anziché sciolta come in autostrada alle tre di una notte feriale. E notte potrebbe essere, per quel che resta del PD. Senza colpa di quelli un po’ più a Ovest, sì, a sinistra.
Franco Montorro
6 Dicembre 2015