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Finalmente Stadio
La band bolognese vince il Festival di Sanremo, con una canzone classica del suo repertorio. Premio meritatissimo e vien da dire: finalmente
Gli Stadio hanno suonato e cantato canzoni bellissime e non ha importanza che con una delle non migliori quest’anno abbiano vinto a Sanremo, perché il livello della composizione e dell’interpretazione è stato comunque altissimo e perché Gaetano Curreri & C. meritavano questo successo dopo una vita musicale del gruppo sempre un po’ di lato e un passo. indietro. Bravi, bravissimi ma un po’ come Christoph Waltz nei film di Tarantino: miglior attore non protagonista e, nel loro caso, premiati dal pubblico meno dai media.
Finalmente ce l’hanno fatta ed è stato una specie di Oscar alla carriera in un mondo che propone e brucia nuovi fenomeni in continuazione ma che vede la generazione dei cantautori appena precedente la sua, o più o meno contemporanea, ancora in grado di regalare eccellenze nuove: da Bennato a Ramazzotti, passando per la Nannini, più o meno una dozzina d’anni di talento assoluto e dopo molto più vuoto a parte qualche exploit (Giorgia, ad esempio). E se ho dimenticato qualcuno è perché i gusti musicali ammettono amnesie e/o preferenze.
Gli Stadio sono bolognesissimi fin dal nome legato al quotidiano con la testata verde e lo hanno riconfermato con l’assidua collaborazione con Lucio Dalla e Roberto Roversi come con le incursioni di Curreri nel basket, per la sua amata Fortitudo anche se uno dei suoi migliori amici è della Virtus. Ma Bologna è questa: lo sviluppo verticale delle torri e quello orizzontale dei portici, dei canestri da basket e delle porte da calcio. E gli Stadio passano di diritto dalla storia di questa città alla leggenda musicale italiana. Perché eh no, non sono solo canzonette.
Franco Montorro
14 Febbraio 2016