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I nuovi gruppi della Sinistra bolognese
Se 4 vi parevano pochi, in vista delle elezioni comunali spuntano come i funghi e sono già 8 schieramenti in totale. E siamo solo a Dicembre
La Gallia di Giulio Cesare era divisa in tre parti, i nuovi gruppi della sinistra bolognese – dopo e oltre il PD – erano fermi da tempo a quattro, ma sembravano pochi e così altri fuoriusciti fra i fuoriusciti hanno dato vita ad altrettanti nuovi schieramenti.
Potabile
E’un momento liquido, fatto da esodati da Possibile, che vedevano qualcosa di torbido nel corteggiamento reciproco con gli altri gruppi. I suoi iscritti vogliono abbeverarsi alla fonte della conoscenza politica, ripudiando il fango della diffamazione, i mulinelli delle trappole mediatiche, vogliono arginare la straripante ondata del populismo, andare contro corrente rispetto al conformismo di un PD dall’identità annacquata. I panni risciacquati nell’Arno, li asciughi Renzi. Qui ci sta il Reno. Peccato che suo anagramma sia Nero, ma il movimento Potabile sta comunque sulla rive gauche. Fin quando l’assessore Colombo non metterà dei fittoni sulla sponda.
Collezione Civica
Raduna un bel po’ di ex del PD: quadri dirigenziali, belle statuine che si sono stufate di esserlo, artisti della comunicazione, impressionati dalla svolta centrista dell’ex PCI, espressionisti il disagio delle periferie. Definirlo movimento appare azzardato, perché persegue il welfare, la legalità, lo sviluppo come beni immobili, cioè intoccabili. Ritiene invece il Renzismo un museo degli errori. Finché l’assessore Colombo non penserò ad un luogo reale e farà costruire una ciclabile per raggiungerlo.
Ronchi Rosa
Doveva chiamarsi Tronky ed essere in qualche modo la formazione più dolce del popolo della Sinistra. Poi si è optato per il nome Ronchi Rosa, perché fortissima la componente femminile: un’autentica rarità filoitalica. Peccato che la signora Rosa Ronchi, settantenne comunista d’antan residente a Borgo Panigale, che ha ispirato il nome, abbia già alzato la voce rivendicando, se non un posto in lista, almeno la qualifica di “Sfoglina ufficiale” del movimento per sé e un ruolo da revisore dei contri per il marito Radames, ex ragioniere in Comune. «Sono di tutta un’altra pasta rispetto a questo PD – ha dichiarato Donna Rosa – e con mio marito i conti tornano meglio di quelli della sindaca di San Lazzaro». Finché l’assessore Colombo non penserà ad un prolungamento del People Mover: Fabbrica Ducati-Cimitero dei Polacchi. Con a fianco una ciclabile.
Bonaga
Raccoglie i dissidenti di Bonalè, che non accettavano che il gruppo prestasse attenzione solo ai centri sociali, dove prevalentemente, per dirla alla bolognese, c’è “solo braga”. E che diamine, largo ai giovani e alle donne. Meglio: alle giovani donne. Il nome si rifà a Stefano Bonaga, ex di Alba Parietti, filosofo tombeur de femmes, ma pare orientato a seguire il consiglio del simpatizzante e bolognesissimo Franco Trentalance: chi più ne ha, più ne metta. Metta più impegno politico, naturalmente, stiamo parlando di quello. Che altro, oltre il PD? Finché l’assessore Colombo non sostituirà il rosso dei semafori con il blu, perché il rosso non va più di moda e i ciclisti nemmeno lo considerano più.
Dino Squassa
7 Dicembre 2015
Un Commento su I nuovi gruppi della Sinistra bolognese