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I rapaci su Donadoni
L’irrequieto Antonio Conte abbandonerà la panchina azzurra e la stampa ha già iniziato il totosostituto, con Donadoni nome caldo per il ruolo di Ct.
Il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale di calcio piacerebbe a molti ma convince poi davvero pochi, perché propone vetrine biennali, Europei e Mondiali, e una vita lontana dalla quotidianeità dell’attività di club. Azzardo un paragone: hai un rapporto giornaliero bellissimo con un’altra persona e ti viene proposto in alternativa un incontro solo mensile con un top o una top model/attore/attrice. Fate voi. Così il già di per sé irrequieto Antonio Conte, che aveva abbandonato la Juventus dopo tre scudetti consecutivi perché non la riteneva competitiva in Europa e infatti dopo di lui ha vinto ancora in campionato ed è arrivata in finale di Champions, ha deciso che il ruolo a intermittenza di responsabile azzurro non faceva per lui. Quindi lascerà dopo gli Europei.
Molti a dire che sono cose italiane, solo nostrane, mentre Guardiola ha già fatto sapere da mesi che a fine stagione se ne andrà e nessuno in Baviera ha avuto niente da dire, lo stesso Lippi aveva già fatto intendere che non avrebbe proseguito il suo cammino in nazionale dopo i Mondiali 2016 e sapete tutti come andò a finire quella rassegna iridata.
Molti altri di più a sostenere il nome di un candidato successore e, fidatevi di un cronista di vecchio pelo, molti dei molti scrivono per sostenere un proprio candidato fosse anche solo per simpatia e del resto il sospetto che qualche corrispondente aggiusti le pagelle delle partite per adeguarle alla sue scelte nei vari fantacalcio è reale e diffuso.
Spingi un amico, fosse anche quello che prenderebbe il posto libero dopo il passaggio in azzurro e dai e dai magari in Federazione, dove non mi sembra ci siano fulmini di guerra, abboccano. E arriviamo a Donadoni, che nel 2006 fu scelto soprattutto per stima da parte di Demetrio Albertini, che in quella FIGC contava molto, che per scintillanti caratteristiche proprie, e che fu cacciato perché “colpevole” di aver perso agli Europei 2008 ai rigori contro quella Spagna che per altre quattro annate avrebbe goduto di una benzina del tutto speciale. Ora, dopo le esperienze di club a Parma e Bologna, Donadoni viene dato in pole per la successione a Conte. E va bene, è un riconoscimento al suo lavoro al Bologna, ma in diversi commenti si dà la cosa come inevitabile – nel caso – mentre si dimentica che sta allenando in un club in fase di (ri)lancio e che Donadoni la panchina azzurra l’ha già avuta e dunque potrebbe anche non essere più un obiettivo primario. E dico anche da un punto di vista economico.
Lorenzo Gioberdi
16 Marzo 2016