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Il derby? Solo quello in Serie A
Chiaro che ci manca, ma quello vero, non i suoi surrogati ai Giardini o quelli giovanili
Ci manca il derby, ci serve il derby, ah che nostalgia per il derby, ma quand’è che tornerà il derby… Sembra che non si possa vivere senza il derby di basket, a Bologna, specie in un momento come questo, con le due squadre in categorie differenti e oggettivamente lontanissime dai fasti del passato, con scarse speranze – che forse è la cosa peggiore – di riviverli in futuro.
Il derby allora sarebbe una specie di unguento magico, la panacea di tutti i mali di Basket City. Ma siamo sicuri che sia davvero così?
C’è la Virtus in fondo alla classifica di Serie A e la Fortitudo un livello più sotto, un derby l’anno prossimo sembra tutto sommato possibile. Ma se così fosse, anziché aiutare il rilancio del basket bolognese di vertice c’è da star sicuri che un eventuale derby di A2 – il primo della storia – contribuirebbe solo ad affossarlo ancor di più. Si finirebbe col ripetere tutti in coro la litania di come son cambiati i tempi – perché, qualcuno ancora non se ne è accorto? – di com’è caduta in basso la Bologna dei canestri e la sua sfida per eccellenza, di come ci siamo ridotti, di quanto rimpiangiamo i tempi di Danilovic e Myers, e via piangendo. Una tristezza infinita. Meglio niente derby.
Tranquilli, non succederà. Almeno non dovrebbe. La Virtus ha una squadra sbagliata ma non dovrebbe arrivare ultima, perché in serie A c’è di peggio, e comunque qualcuno che fallisce o salta per aria di questi tempi c’è sempre e alla fine anche se uno retrocede ma ha i conti in ordine, alla fine lo ripescano. La Fortitudo ha una squadra giusta ma non dovrebbe salire, perché in A2 c’è di meglio, e una sola promozione per 32 squadre richiede davvero un’impresa.
Ma si può vivere bene anche senza derby, perché no? Aspettandolo, il derby. Perché l’attesa del piacere è essa stessa il piacere, e vai con l’aperitivo. Chiaro, manca a tutti il derby, ma quello vero. Non un surrogato di derby. Piuttosto, meglio niente.
Meglio niente del derby delle vecchie glorie ai Giardini Margherita. Meglio niente di un derby in amichevole, come qualcuno suggeriva. Meglio niente del derby Juniores al Paladozza dell’anno scorso, a modesto avviso di uno che sul derby ci ha scritto un paio di libri un’idea pessima. Perché molte di quelle tre-quattro mila persone non erano lì per una irrefrenabile voglia di vedere due squadre della stessa città darsi battaglia su un campo da basket, ma solo per una irrefrenabile voglia di insultarsi, di vomitarsi addosso gli accidenti accumulati in sei anni senza derby. Penoso, per una partita di ragazzini.
Da quest’anno poi i derby giovanili in casa Fortitudo hanno ripreso a farli al Paladozza. Giocarli, e anche guardarli, è comunque un’emozione forte. Se poi uno è coinvolto direttamente lo è ancora di più – l’ho provato sulla mia pelle un paio di settimane fa, e chiusa parentesi familiare – ma restano derby giovanili, davanti alle solite 100 persone, come quando si giocano in Furla o alla Porelli. Come è giusto che sia.
Il derby con la D maiuscola è uno e soltanto uno. E’ quella straordinaria saga al momento ferma alla puntata numero 103 (il destino in un numero?). Con l’ultima che è uscita ormai da parecchio tempo, 29 marzo 2009, il famoso giorno di Vukcevic.
Di questi 103 derby ne ho visti 86 – sempre al palazzo, mai in tv – non so se è un record, di certo è segno della trombonaggine che avanza. Ma non al punto da sperare in un derby purché sia, in A2 o chissà dove. Meglio aspettare ancora. Tanto, prima o poi, il derby tornerà.
(Foto Roberto Serra)
Enrico Schiavina
5 Novembre 2015