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Il PD sacrifica Merola?
La ricandidatura del sindaco uscente non pare essere più così sicura. Per evitare il rischio ballottaggio in Via Rivani si pensa alle alternative
Sembra che l’unica vera difficoltà sia nell’attuazione del detto latino “Promoveatur ut amoveatur”. Promuovere per rimuovere. Se a Virginio Merola il PD non garantisce un ruolo magari romano come lo convincerà a fare un passo indietro e a ritirare la sua candidatura a sindaco per il prossimo mandato? Ma che ruoli ci possono essere a così tanta presunta distanza dalle elezioni politiche? Li si troverebbero per non scaricare in maniera drastica un sindaco uscente che rischia di essere rientrante con affanno? E che già era stato eletto al primo turno con il 50 virgola poco per cento, quota oggi erosa certamente dalla freddezza di Sel e dal lungo elenco di fuoriusciti da sotto il tetto di Via Rivani. Un’ unione di questi non vincerebbe le elezioni comunali, ma potrebbe nuocere all PD in caso di ballottaggio, quando meno gente va a votare e sul candidato alternativo confluirebbero anche voti alternativi di molti, a 180°. E farsi sfilare Bologna nel 2016 per il PD sarebbe molto più umiliante che per il suo movimento antenato nel 1999, con la gentile e involontaria regalia a Giorgio Guazzaloca.
Alternative a Virginio Merola non ce ne sono molte, perché il ruolo di volpe inseguita dai cacciatori ed anche da tanti suoi simili alletta ben pochi. E’ stata ipotizzata la candidatura di Elisabetta Gualmini, che ha già detto di no, grazie, ma che potrebbe passare al sì, grazie ad un sostegno allargato e deciso. Dovrebbe poi darsi da fare in una campagna elettorale mirata a dare una forte accelerata al processo di cambiamento di un Partito Democratico fossilizzato e mai così distante dalla base, nel frattempo invecchiata e non più maggioritaria. Anche se l’impressione è che comunque il PD dovrà prima o poi scendere a patti con l’ala sinistra della politica, minoritaria ma determinante, e molto più vicina al PCI che alla DC come l’attuale partito di maggioranza. L’accenno alle sigle della vecchia nomenklatura della politica nazionale e locale non appaia casuale.
Gaetano Saperi
17 Novembre 2015