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In nome del sovrano. Del partito
L’evidente personalizzazione dei movimenti politici caratterizza anche la realtà bolognese. A partire dai fuoriusciti dal PD
Da quando Silvio Berlusconi si è confezionato un movimento politico su misura, abbiamo assistito a ondate alla personalizzazione degli schieramenti, sublimata nell’inserire il nome del leader sotto il simbolo e ve lo immaginate Ugo La Malfa scritto sotto l’edera del PRI o Giorgio Almirante sotto la fiamma del MSI? Ma tant’è, la figura dell’uomo solo al comando se da una parte affascina, dall’altra semplifica le cose. Le liste dei candidati poi sono stabilite dall’alto e bloccate, quindi per non avere e non dare troppo da pensare, la Lega è di Salvini, i Cinque Stelle di Grillo e via.
Qualcosa del genere sembrerebbe di intravederlo anche nella Sinistra-Sinistra bolognese, quell’ormai discreto numero di potenziali partiti che in comune hanno due cose: essere distanti dall’attuale PD del sovrano Renzi e fra di loro. Del resto, partito nell’accezione originale del termine significa diviso, frazionato e così è fra i movimenti riconducibili a De Pieri, Ronchi e Zani, si chiamino come si vogliono chiamare, più Sel che non è mai stata né carne né pesce e Possibile che invece si agita ancora nelle sue mille anime, pervasa da un buonismo di fondo e da una maniacale attenzione per la democrazia intesa alla ateniese, cioè di 2500 anni fa, quando tutto veniva deciso da tutti. Bei tempi, ma quei tutti non erano tanti ed oggi quella democrazia si è evoluta nella rappresentativa, che funziona né più né meno come in una società che abbia un amministratore delegato: gli si dà fiducia, lui agisce secondo quello che sa e se non fa viene cambiato. Delega e fiducia sono le due parole fondamentali. Più una terza e una quarta: comunicazione all’interno, informazione verso l’esterno.
P.S. a proposito di Possibile e quindi di Civati, ascoltatevi il brano dell’ultimo album di Bennato “Al gran ballo della Leopolda”, sarcastico nello stile di Edoardo, prima sornione e poi diretto nell’alludere a Pippo – non quello dei fumetti Disney – contro i due Matteo all’opposto.
Franco Montorro
21 Novembre 2015