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La sindrome da GIP all’edicola – 1
Il Giudizio Istintivo Preventivo scatta quando compri un solo quotidiano. Perché chi compra un’altra testata scatena il tuo istinto critico
Londra: all’uscita della stazione di Baker Street della metropolitana c’è una statua con un’intestazione semplice: “The Great detective”, per uno dei personaggi più affascinanti e conosciuti nella storia della letteratura mondiale. L’investigatore che deduce anche dai dettagli e che le persone, il loro mestiere, il loro status li intuisce da dettagli come una macchia sulle dita, una giacca mal stirata, una certa postura, il fango sotto la suola delle scarpe. Noi non siamo Sherlock Holmes e come più semplici Dottor Watson il processo di inquadramento di chi sta seduto davanti in treno o di fianco in autobus procede lentamente. Tranne che in un caso, quello delle sensazioni al volo e dei luoghi comuni radicati che costruiscono il giudizio su chi compra un certo quotidiano anziché un altro prima o dopo di noi in edicola. Si chiama GIP (Giudizio Immediato Preventivo) nei confronti di chi fa una scelta diversa dalla nostra, poi ognuno per la sua strada, ci mancherebbe ma ecco un’analisi semiseria sulle diverse fenomenologie di lettori di quotidiani, partendo dal triste dato di crollo delle vendite: in un Paese di oltre 60 milioni di abitanti si fa fatica a raggiungere il 3.700.000 copie vendute al giorno, più o meno la metà di quelle del 1990. Una recente ricerca dell’Università di Padova precisa meglio lo stato delle cose In Italia.
«Oggi si contano 143 testate quotidiane, 105 società editrici, 72 stabilimenti di stampa, 80 concessionarie di pubblicità, 139 agenzie di informazione. In edicola, la mattina, non si vedono molte facce giovani. In pochi escono con un quotidiano sotto il braccio. Oggi si contano 20,6 milioni di lettori di quotidiani nel giorno medio, tre milioni e mezzo in meno rispetto all’inizio del 2010. Di questi tre milioni e mezzo mancanti, 2,6 milioni hanno un’età compresa tra i 14 e i 44 anni, mentre la fascia degli over 45 ha perso solo 900.000 lettori. Un quadro complessivo che trova sollievo e apre nuove prospettive se si guarda invece all’online, con un aumento dei lettori abituali passati da 2,3 a 3,7 milioni in tre anni. Il digitale rappresenta, oggi, una quota di mercato del 12%, contro l’80% delle vendite in edicola e l’8% degli abbonamenti. Il volume di copie digitali vendute (riproduzioni esatte e non riformattate delle edizioni cartacee) è più che raddoppiato e in brevissimo tempo: nel gennaio 2013 si parlava di 200.000, oggi sono poco meno di 500.000.
Andiamo, da domani, giovedì, con la fenomenologia ironica, suddivisa in quattro parti riguardanti le tipologie degli acquirenti a Bologna dei quotidiani locali, nazionali, politici e sportivi. Quindi ai blocchi di partenza con Carlino, Repubblica e Corriere di Bologna. Su dati di diffusione, che ovviamente differiscono da quelli di acquisto e di lettura, perché ogni copia può essere letta da più di una persona, che in maniera abbastanza esplicativa si possono trovare a questo link:
http://www.dataninja.it/quante-copie-diffondono-i-giornali-mappa-interattiva-sui-dati-ads/
Dino Squassa
11 Novembre 2015