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La Sinistra bolognese: kafkiana o freudiana
Coalizione Civica: solo 400 iscritti, appeal ridotto ma tanta voglia di riproporre la strategia del cilicio: farsi del male da soli. Spaccando
Kafka lo conosco bene e in lingua originale, quindi so la genesi del termine kafkiano, come quella della parola perturbante proposta da Freud: disturbi paradossali, in buona sostanza, che sono quelli che – facendo sempre riferimento al Tedesco – affliggono “Die Linke” alla bolognese. 400 iscritti a Coalizione Civica: un millesimo della popolazione del comune fra Savena e Ghironda. Nati da poco e spaccati da subito, su tutto, a partire dalle regole per l’esercizio democratico delle primarie in un gioco masochista che è manna dal cielo per la stampa locale, allineata e coperta su tre posizioni definite, tutte e tre lontane dall’idea che ci possa essere qualcosa di alternativo, a sinistra, del PD. E che dunque, sui giornali, o ha la carota o ha il bastone.
Capita, per una Coalizione Civica che sa tanto di rifugio provvisorio anche se fuori nessuno sta bombardando, che si permette tempi quasi biblici per arrivare al nulla della presentazione delle candidature – già rese pubbliche – e quella delle votazioni, per due pretendenti che se le mandano a dire nella maniera peggiore: parlare a nuora perché suocera intenda e in mezzo a endorsement inutili da parte di vecchi tromboni che sapendo di alta possibilità di essere trombati in caso di presenza in primissima fila, fanno i filosofi o i sociologi.
Considerando la qualità sulle altre sponde, dall’ottuagenariato mentale del PD tendente alla DC alle ambiguità di base grilline e di quel che rimane della Destra, per usare un’espressione in lingua che qualcuno definisce morta ma che invece è ancora attualissima, per Bologna “mala tempora currunt”.
Franco Montorro
11 Febbraio 2016