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La strana coppia Civ&Dan
Gianfranco Civolani e Dan Peterson si sono rivisti al Premio Reverberi, 43 dopo il loro incontro ed è stato uno spettacolo di battute e ricordi
Il Premio Reverberi è la più importante manifestazione a premi della pallacanestro italiana e da 30 anni il cosiddetto Oscar del Basket riunisce a Quattro Castella il meglio del mondo cestofilo. Così è andata anche lunedì 22 febbraio, quando i primi due premiati sono stati Dan Peterson e Gianfranco Civolani, il giornalista che ha visti premiati anche i suoi sforzi ultracinquantennali per il basket femminile a Bologna.
E’ stato uno spettacolo pirotecnico di battute e ricordi, acceso da Peterson quando ha raccontato dello scetticismo della stampa bolognese alla notizia del suo arrivo in Italia, nell’estate 1973 con quel manzoniano titolo di Stadio: “Dan chi?”. «Il Civ è stato il primo giornalista a intervistarmi a Bologna e io ricordo di avergli chiesto di parlare in italiano per imparare prima possibile questa lingua».
“Casualmente” un presentatore – il sottoscritto – aveva sottomano quella intervista del Civ, articolo che iniziava così: «Il piccolo Dan mi fa l’effetto di un ballerino di tip tap o magari di un entertainer da night. Metri uno e sessanta con tacchetto pretenzioso, capelli lunghi alla paggio, occhi chiari, lineamenti da bambino stizzoso».
L’intervista è frizzante e dice già molte cose del Peterson non solo italiano ed è divertente leggere oggi qualche botta e risposta di quel lontano anno, primo dell’era Peterson.
- Ha un buon contratto?
«Discreto, ma ti ripeto: un uomo deve avere i soldi per mangiare, bere, dormire e vestire. Tutto il resto è superfluo».
- Cosa prometti ai tifosi?
«Tre cose: una squadra che lavora, una squadra che è squadra, una squadra che ha sempre fiato per 45 minuti, cioè anche per l’eventuale supplementare».
- La zona?
«Uhm, non mi piace la zona».
E qui, nel 2016, sono intervenuto io: coach, e la sua famosa 1-3-1 allora?
«Volevo dire che preferivo fare tanta difesa individuale perché non mi sentivo bravissimo con la zona, ma la 1-3-1 mi piaceva perché era pressing spinto».
Torniamo al Civ di allora.
- Sei repubblicano o democratico?
«Ma tu credi che ci sia veramente differenza?Se vuoi saperlo, ho votato quattro volte (alle Presidenziali, ndr), una volta per i democratici poi sempre per i repubblicani. Ma sono facce dello stesso capitalismo, non c’è differenza.
Franco Montorro
23 Febbraio 2016