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Le Primarie di Coalizione Civica
Il 28 Febbraio il movimento alternativo alla sinistra scolorita del PD sceglie il suo candidato sindaco e, forse, una sola e certificata linea
Gli spaghetti alla bolognese non sono mai esistiti. Il Comunismo alla bolognese sì. Il piatto ibrido permane, il partito ibrido no. Quello da Dozza a Zangheri, intendo, più o meno una quarantina d’anni che sono rimpianti da chi li ha vissuti e idealizzati da chi è venuto dopo, è di sinistra, e ha assistito al progressivo scolorirsi di Bologna “la rossa”. Non parlo, è ovvio, della totalità dei bolognesi, ma di una sicura maggioranza sì. Ed è difficile anche per il più acerrimo nemico dell’allora PCI non riconoscere certi meriti a quelle giunte che trasformarono Bologna con la famosa “febbre del fare”. Per tutti. Con competenza e passione: basterebbe ricordare la Tangenziale negli anni 60 e confrontarla con la tangenziale delle biciclette (l’uso di maiuscole e minuscole non è causale) per comprendere la diversa qualità dei progetti.
Oggi alla guida della città c’è il PD, che rispetto al PCI è una ciclabile e non è nemmeno più un partito di Sinistra, espressione che ha ancora un senso se tornassimo a fare politica in maniera chiara, con aperture e senza inciuci. E con poche ma definite regole che, per una Sinistra, dovrebbero riguardare principalmente la res publica, quindi il tutto di tutti.
Nel desolante quadro complessivo della politica italiana, dalle grandi coalizioni del Centro alla violenza verbale del paciocconi lombardi e dei burattinai liguri, in un angolo in basso a sinistra ci stanno i puntini colorati in disaccordo con quel PD dal quale sono usciti, in disaccordo perenne fra di loro in una diaspora che prevede (forse) un obiettivo comune ma itinerari diversi per raggiungerlo.
Così, inutile negarlo, è stato anche a Bologna, anche dopo la creazione di Coalizione Civica, perché chi c’era ha incluso chi ancora stava pensando al da farsi e chi c’era a tratti si è comportato come i bambini nel cortile: se non vi stanno bene le regole, il pallone è mio, andate a giocare altrove. Poi deve aver prevalso la logica dei numeri: se sulla nave siamo saliti in 30, non è che la rotta devono stabilirla i 10 che erano saliti per primi. E in mezzo a mari tempestosi si è arrivati almeno ad una prima scelta, che dovrebbe stabilire finalmente chi reggerà il timone fino alle Comunali in primavera.
Domenica 28 febbraio si può votare per il candidato sindaco di Coalizione Civica: Federico Martelloni o Paola Ziccone. «Io sono le mie parole», ha detto di sé Bob Dylan e per i due candidati parlano a sufficienza, ben al di là delle dichiarazioni davanti ad un uditorio o a un microfono, quello che scrivono (o che si fanno scrivere, ehm ehm) sui loro siti o nei social.
E chi si sente partecipe al progetto di base alternativo alla sinistra scolorita del PD deve esercitare il suo diritto di scelta, invito rivolto soprattutto ai maigoduti che su Facebook inneggiano al cambiamento radicale ma che domenica non si toglieranno le pantofole per decidere, magari, anche del loro futuro. Lamentarsi serve il giusto, votare serve e basta.
P.S. Chiunque sia il candidato sindaco, si affranchi, per favore, dall’orribile grafica che sta caratterizzando ogni iniziativa del movimento: nessuno è perfetto, quel Nettuno è imbarazzante.
(foto segnalazioni.blogspot.com)
Franco Montorro
27 Febbraio 2016