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Lettere d’amore e di rancore
E’il tema di “Ti scrivo caro amore”, in programma il 12 aprile al Macondo di Via del Pratello. Una serie di letture sui sentimenti opposti
Sarà perché ho appena finito di leggere “Il museo dell’Innocenza” del premio Nobel Orhan Pamuk e dunque sono ancora fresco di emozioni letterarie sui sentimenti, sarà perché mi piacciono le letture come forma di spettacolo e, insomma, mi sento di raccomandarlo proprio lo spettacolo “Ti scrivo caro amore” in programma martedì 12 aprile, dalle 21.00 al Macondo di Via del Pratello 22. Viene definito “uno spettacolo sui generis di lettere d’amore e rancore. Letture ipoglicemiche e/o strappalacrime a tre voci e sei mani”: che sarebbero quelle di Giulia Massini, Fiammetta Marino e Luca Cerretti, con la partecipazione di Vincenzo Morteo. Con un’avvertenza: fazzoletti non inclusi. «Tutte le lettere d’amore sono ridicole. Non sarebbero lettere d’amore se non fossero ridicole», diceva Fernando Pessoa. «E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia e raccontami quello che fai”» cantava Francesco De Gregori. In tempi in cui smartphone et similia offrono occasioni veloci anche di dichiararsi o di lasciarsi, la lettera d’amore è più di un approfondimento degli amorosi sensi, in fondo è una dichiarazione d’amore (o di odio) molto più profonda e articolata di un semplice messaggio da 140 caratteri. Forse è un’arte perduta, certamente resta un’arte sublime e il messaggino sta alla lettera come una canzone di Arisa sta al secondo movimento della Nona di Beethoven (esempio dovuto, ma piaciuto per giustificare l’immagine che introduce questo articolo). Le lettere si leggono, leggerle in silenzio è personale, farlo ad alta voce è un’emozione condivisa. Macondo, Via del Pratello 22, 12 aprile: “Ti scrivo caro amore”. Emozioni da ascoltare, vivere e condividere
Franco Montorro
11 Aprile 2016