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Lo spreco cinico di Natale
Luminarie accese ovunque, scaffali di negozi già ricolmi di palline e addobbi, ma che cos’è questa fregola di addobbare con un mese di anticipo?
Il massimo lo aveva raggiunto un paio di anni fa un ipermercato che aveva messo in vendita a prezzo scontato alberi di natale in plastica a luglio. Poi c’è stato il tentativo intrigante, eppure evidentemente fallito, di proporre il panettone ripieno di gelato in estate. da più giorni strade e negozi sono già addobbate come se Natale fosse domani e va bene che bisogna muoversi per tempo, ma se lo capisco per i regali, faccio più fatica a comprendere perché uno debba comperare già adesso, 26 novembre, palline e statuine del presepe, addobbi e nastrini, lucine e carta regalo. Cos’è, la paura che vada tutto esaurito? Non credo proprio. E le strade principali già belle illuminate da festoni, che uno si domanda: chi paga? Se non il cittadino comune i commercianti? Già, tutte e due le categorie accomunate dalla lamentele per la crisi. Che però non impedisce di “dare luce” ed esporre la mercanzia con largo anticipo, come per dire: “Vengano Signori, vengano”.
Saranno le leggi del commercio, non me ne intendo e non le discuto, ma, ad esempio, che tristezza l’appena passato “Black Friday”, quello dei prezzi ribassati, che come qualcuno ha già fatto notare a volte si risolvono in un “Aumento i prezzi qualche giorno prima” e poi il venerdì fingo di ribassarli al costo precedente. Una volta si chiamava specchietto per le allodole e ancora devo capire perché uno dovrebbe comprare la statuina di un pastore oggi. Si vede che non sono cinico, intendendo per cinico quello che conosce il prezzo di ogni cosa ma il valore di molte meno.
Augusto Giordani
26 novembre 2016