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Lo studio dello stadio
Riqualificare il Dall’Ara è un obiettivo ormai concreto. ma gli interventi dovranno essere profondi anche al di fuori della struttura. Ma certi problemi fuori dallo stadio rimarranno
Gli interventi di ristrutturazione dello stadio Dall’Ara per i Mondiali 1990 furono tanto inevitabili quanto orribili da un punto di vista estetico, per un impianto che a oggi rimane uno dei più brutti della Serie A. Situazione aggravata dal fatto che prima, per quanto inadeguato, era un impianto davvero bello.
Come sarà è ancora presto per dirlo. Con la sola certezza che i cardini del progetto saranno l’eliminazione dello spazio della pista d’atletica e la copertura totale degli spalti. Poi verrà il resto. Compresa la creazione all’esterno del campo da gioco e delle tribune di spazi che rendano l’impianto fruibile anche nei giorni in cui non c’è una partita o un concerto. E che rappresentano il 93% di quelli nel calendario di un anno.
In quel 7% di utilizzo rimanente, però, più che negli altri giorni, anche l’area circostante il Dall’Ara “soffre”, soprattutto per ragioni di viabilità. Uno spazio vasto a nord fino alla rotonda della Certosa, con le macchina ammassate anche sull’erba dello spartitraffico. Con buona pace degli ecologisti e con la dichiarazione di guerra degli automobilisti costretti a passare da lumache in mezzo a certi parcheggi e attraversamenti di strada da vita spericolata.
La collocazione ancora centrale del Dall’Ara non aiuta, ma non è l’unico esempio in Italia di impianto non all’estrema periferia, come può esserlo lo Stadium a Torino o il Meazza a Milano.
Là dove questo accade, soprattutto nel resto del mondo, i collegamenti sono rapidi e comodi.
A Bologna, fra passanti, people mover e crealis la fiducia in questo scema sempre di più. A parte che la decisione presa è stata quella di non costruire uno stadio nuovo altrove, perché poi che cosa si sarebbe fatto del Dall’Ara che non si può in ogni caso abbattere?
I bolognesi poi sono un po’ pigri e preferiscono i mezzi privati a quelli pubblici. Soprattutto di questi tempi che non sai mai se la squadra rossoblù gioca di sabato pomeriggio, sabato sera, domenica alle 12 o alle 15 o alle 20.45. Allora la soluzione più idonea sarebbe quella di un parcheggio sotterraneo, perché sufficienti spazi di superficie o edifici da ristrutturare non ce ne sono. Ma i parcheggi costano e ci sarebbe subito qualcuno che lo farebbe presente sostenendo il rapporto negativo fra costo dell’opera ed effettivi tempi e modi di fruizione da parte di tutta la cittadinanza. Vedi il mostro Giuriolo. O, al contrario, la non realizzazione di un parcheggio adeguato là dove veramente servirebbe: all’Ospedale Maggiore.
Morale: Via Andrea Costa e dintorni, per 25-30 giorni l’anno resteranno un Far West della viabilità. O magari l’attuale assessore anziché un parcheggio proporrà l’installazione di 20.000 rastrelliere per biciclette. Come cantava Tony Dallara (tutto attaccato): ti devo dire no.
Gaetano Saperi
28 Novembre 2015