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Oscar del basket a Civolani: perché
Il Premio Revereberi è il più prestigioso riconoscimento della pallacanestro italiana. Ed anche il più contestato. Come nel recente caso del Civ
Dal 1985 ad oggi il Premio Pietro Reverberi, intitolato alla memoria di un grande arbitro internazionale di basket, viene consegnato a persone e gruppi protagonisti nel mondo della pallacanestro italiana, scelti dal voto di una giuria specializzata che si raduna nel municipio del comune di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia, che organizza direttamente l’evento. Ogni anno riceve il riconoscimento un solo appartenente alle diverse categorie (Giocatore, Giocatrice, Allenatore, Dirigente, Arbitro, Basket e Solidarietà, Carriera e via così), in base soprattutto a quanto fatto nel corso della stagione precedente e con una regola ferrea che spesso gli ipercritici, fisiologici in questo contesto, fingono di ignorare: il premio si può vincere una volta sola, non può esserci bis anche in categorie diverse. Per fare l’esempio più lampante se l’allenatore dello storico scudetto di Sassari è stato Sacchetti, quest’anno il trofeo di miglior coach è andato ad un altro – l’ex virtussino e fortitudino, da giocatore, Paolo Moretti – perché Meo il riconoscimento lo aveva già avuto da atleta.
Dicevo della norma di base e di quella secondaria riferita alla stagione precedente, con le dovute eccezioni che confermano la regola e quest’anno ce n’è stata una, relativa a Gianfranco Civolani, che ha ottenuto il riconoscimento come miglior giornalista. E subito c’è chi ha storto il naso: non si è occupato prevalentemente di basket, negli ultimi dodici mesi, semmai meritava quello alla carriera.
Aperta parentesi: io ho vinto il Reverberi… una volta e mezza: come miglior giornalista e, in precedenza, come direttore responsabile delle tre riviste di basket che avevano indirizzato la Cantelli Editore come meritevole del riconoscimento per il contributo a questo sport. Dal 2004 faccio parte della giuria e presento la cerimonia di premiazione, prevista quest’anno per il 22 febbraio 2016, un giorno dopo la conclusione della Coppa Italia.
Quindi, anche se non ci sono misteri, “addentro alle segrete cose” ci sono. Lunedì 16, giorno di voto per la proclamazione dei nuovi premiati, il nome di Gianfranco Civolani l’ho proposto io e non lo dico per ruffianeria nei confronti di un collega che stimo ma che sento molto lontano da me – sentimento ricambiato, credo, almeno nella sua seconda parte – era già stato approvato comunque all’unanimità, alla Carriera, ricordando anche il suo impegno diretto nella pallacanestro da oltre 50 anni, come proprietario di una società femminile. Poi, però, nel corso della discussione per altre categorie sono saltati fuori personaggi che non si poteva non premiare ed allora si è messa in stand by la posizione del Civ ed è iniziata la discussione su chi invece avrebbe meritato il riconoscimento nella categoria dei Giornalisti e lì, con pochissime frizioni e ancora meno numerose proposte, è arrivata l’idea di consegnare a Civolani un premio che certamente avrebbe meritato già quando era più attivo nel cosiddetto mondo della palla a spicchi. L’assist decisivo l’ha fornito un altro membro della giuria, il bolognesissimo Carlo Bertacin. Che da ex arbitro federale ha ricordato il suo primo incontro con il Civ, anni e anni fa, in panchina da dirigente con la sua squadra di basket. Lui si presentò così: «Gianfranco Civolani, giornalista». Ed in questa categoria è stato premiato, altri che si saranno sentiti defraudati per questo “affronto” alla cronaca, pensino magari ad andare avanti e a meritarsi il riconoscimento per la storia, alla carriera. E comunque dal 2016 il Reverberi cambierà e potranno dire la loro apertamente e senza mugugni (nella foto, i premiati del 2014, con i nostri Saverio Lanzardi e Stefano Michelini).
Franco Montorro
17 Novembre 2015