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Perché domenica io vado a votare
Non esiste l’obbligo di votare, esiste l’opportunità di farlo in maniera diretta, contro una democrazia rappresentativa sempre più personalizzata
Non ha importanza cosa voterò al referendum “No Triv” di domenica 17 aprile, anche se lo spiegherò in un altro intervento. Ha importanza che io ci vada, per un diritto che non è un dovere, ma qualcosa che è l’essenza stessa della democrazia: poter decidere, provare a scegliere. E in questo periodo di democrazia rappresentativa sempre più personalizzata e di smantellamento di una cospicua parte della nostra bellissima e moderna Costituzione, andare alle urne resta uno strumento incomparabile di assenso/dissenso.
In nessun altro Paese europeo, restiamo nel nostro ambito, un Presidente del Consiglio o chiamatelo come volete, avrebbe mai osato violare la legge – esiste eccome nel nostro ordinamento la normativa, con due articoli di legge violati: il n. 98 del DPR 361/1957 sulle elezioni e l’articolo 51 comma 2 della legge n. 352 del 25/05/1970 che disciplina i referendum – qui nel Belpaese può accadere senza scandalo (già ce ne sono di ben peggiori).
E andrò a votare perché lo stesso Governo non ha voluto accorpare il referendum al turno elettorale delle Amministrative del 5 giugno, con conseguenti aumenti dei costi di allestimento e gestione dei seggi.
E andrò a votare perché in quest’ultima data l’ineffabile Presidente del Consiglio e la maggioranza del suo partito non inviteranno certo gli elettori ad andare o restare al mare, al termine del lungo ponte del 2 giugno.
E andrò a votare perché chi definisce questo referendum inutile dimentica che dal momento stesso in cui ha ottenuto l’ammissibilità da parte della Corte Costituzionale esiste prova della sua fondatezza. Dunque chi sostiene il contrario o lui inutile oppure dannoso.
Andrò a votare perché l’opera di disinformazione sistematica è pesante e allora aveva ragione Niccolò Machiavelli quando sosteneva che “governare è far credere”.
Io andrò a votare perché si raggiunga il quorum e poi sia quel che sia, l’invito all’astensione
Franco Montorro
13 Aprile 2016
vignetta da:
http://www.shockdom.com/webcomics/esse/2009/06/08/astensione-la-migliore-amica-della-dittatura/