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Piccolo Bologna cresce… ma “Stay tuned!”
Stiamo calmi, ma Donadoni ha davvero rivoltato tutto. A partire da una difesa che ruotava come un cubo di Rubik per fare di Masina un’ala aggiunta
Da anni una città calcisticamente costretta alla fame, e quando va bene a una dieta comunque ferrea, si esalta e si deprime con un semplice cambio di stagione. Se in cielo splende il sole – quindi – a novembre si fanno progetti estivi. Se piove a dirotto, ci si prepara a costruire un’arca.
Santi subito, i tifosi bolognesi, ci mancherebbe! Ma la Santità è fatta anche di moderazione, di senso della misura, di saper controllare gli istinti.
Se qualcosa mi ha insegnato la lunga militanza al campo da gioco, orgogliosamente cominciata sui campetti di Prima categoria della fine degli anni 70 per staccare il biglietto degli stadi di serie A molto tempo dopo… se qualcosa mi hanno spiegato gli allenatori (quelli veri) che allenano il corpo ma soprattutto la mente, ecco, è la necessità assoluta di domare le emozioni forti, che umanamente si manifestano in entrambi i versi.
Una regolino quasi farmaceutica, come fosse una pillolina: difendi strenuamente la ciurma quando il mare si increspa, ed è normale che accada… non esaltarti quando le vele si gonfiano e la barca sembra che voli sulle onde.
Le tentazioni sono forti, soprattutto quella di urlare al Cielo la gioia. Cosa consentita ma nel corso dei 90 minuti. Dopo è importante capire che c’è ancora tanto da fare. Il campionato aiuta, a moderarsi, soprattutto quando hai giocato in anticipo.
Hai tempo infatti, il giorno dopo, di capire che la salita è ancora lunga. Ti sei solo dato una regolata.
Hai tempo per stropicciarti gli occhi (poco, in verità) di fronte a quelle squadre che, per davvero, regalano stupore. Il Napoli e la Fiorentina, per esempio.
Il nostro piccolo Bologna si è rimesso in carreggiata, i giovani talentuosi non mancano, ma si sono lette assieme a giuste parole di encomio tante esuberanze di stile e di concetto. Per esempio, la santificazione di Brienza mezzala. L’esperimento ha funzionato nel contesto generale, ma il Bologna ha bisogno come il pane di una mezzala vera e di qualità, nel ruolo specifico.
Per esempio, la riabilitazione di Destro. Come tutti, anche Mattia ha visto risalire in fretta la colonnina dell’autostima negli ultimi 180 minuti. Ma questo non vuol dire che non serva un’alternativa di pari livello, da prendere sul mercato di gennaio, stante la modesta cifra statistica di Mancosu e di Acquafresca.
Per esempio, infine, nella beatificazione di Maietta, che Donadoni ha riportato titolare, usando l’acume di Bertoldo, nella delicata sfida spareggio di Verona. E nello spostamento laterale di Rossettini, che non vuol dire che non serva a gennaio un rinforzo su quella fascia. La carta che l’intelligente tecnico lombardo ha giocato in casa dell’inguaiato Hellas è stata vincente. Una camaleontica difesa a quattro, che ruotava come un cubo di Rubik verso sinistra, diventando a tre e consentendo a Masina di sganciarsi, ala aggiunta, creando imbarazzo – e superiorità numerica – sul versante mancino. Una genialata che ha sorpreso Mandorlini e la sua squadra in avvio, per il tempo sufficiente per la fuga verso la vittoria.
Diego Costa
10 Novembre 2015