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Possibile fare di meglio
Fresca e valida l’idea la tappa bolognese del movimento “Possibile”. Peccato che l’immagine scelta per promuoverla metta un po’… tristezza
Nel giornalismo, che si chiami opinione o critica, chi muove l’appunto deve farlo in maniera per quanto più possibile oggettiva, scevro da vecchi pregiudizi e nuovi condizionamenti. Perché l’obiettività esiste, eccome, in questo mondo di partiti presi. E partiti persi, tipo i cosiddetti della Prima Repubblica ma anche quelli che in una ventina d’anni si sono succeduti con nomi variegati e programmi alla fin fine simili. Dove voglio arrivare? All’avvertimento che quella che segue è una critica anche un po’ pepata ad un’iniziativa del movimento appena affacciatosi alla ribalta politica nazionale, “Possibile”, che domenica 29 Novembre terrà a Bologna una tappa del suo road show nazionale. La premessa è perché temo che all’interno di un movimento che sa benissimo che la nostra attenzione nei suoi confronti non è inferiore a quella per nessun altro schieramento, qualcuno soffra di quel tipo di permalosità verso le critiche e verso l’ironia che ha sempre un po’ caratterizzato la Sinistra italiana. Acidità massimamente (avverbio non casuale) espressa da un D’Alema e da certi suoi epigoni, chiusi nella loro torre d’avorio. Freddi nei confronti delle critiche ironiche, immemori del detto latino “Castigat ridendo mores” (f.m.)
Resto perplesso sulla pubblicità di presentazione dell’evento bolognese di Possibile. Che nella sua mission ha quella di comunicare bene. In questo caso, credo non lo abbia fatto. Lasciamo perdere il colore di fondo e l’accozzaglia di immagini proposte, dalle Due Torri al Portico del Pavaglione. Il peggio è rappresentato dal simbolo di Possibile, rappresentato a mo’ di sole. Peccato che dia l’idea dell’astro al tramonto, per un movimento che invece dovrebbe proporsi come all’alba del suo primo giorno. E al centro i due “umarells” che fissano il sole che declina. Ma dai! Già dare le spalle a chi sta guardando comunica un senso di distacco e di percorso in direzione opposta. Poi: braccia conserte dietro la schiena. Come a dire: ci riposiamo che abbiamo già dato. In testa un cappellino con magari su scritto “Termoidraulica Grisù – Lippo” e un basco a proteggere la testa canuta. Così come il collo è salvaguardato dal bavero rialzato. Oltretutto i due trasmettono un senso di rassegnazione. Oltre ad aver già dato, pensano anche che non ci sia più nulla da fare, solo osservare gli eventi. Insomma, due che è probabile che Possibile non se lo filino proprio.
Lorenzo Gioberdi
27 Novembre 2015