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Tiki Taka? Melina!
Nel calcio Guardiola ha imposto al mondo un gioco fatto di ragnatele di passaggi. Ma tutto nasce dalla melina della pallacanestro. E da Bologna
Prendiamo la definizione tutta da wikipedia: «Con il termine tiki-taka (tiqui-taca in spagnolo) si indica uno stile di gioco del calcio caratterizzato da ragnatele di passaggi rasoterra svolti con estrema calma in modo da imporre il proprio possesso di palla per la maggior parte della durata della partita». Per alcuni è la base dei successi personali di Pep Guardiola, allenatore bravo ma aiutato da giocatori che allena e tattica di gioco che appunto ha dei limiti se non viene eseguita da calciatori adatti. Ma la questione è diversa, come in tante cose si ripropone qualcosa che è già stato proposto prima, basta cambiare nome.
Ad esempio per il “gioco corto” di Corrado Viciani, che nasceva da opportunità e necessità opposte a quelle ora in voga. Sempre da wikipedia: «Avevo degli asini come giocatori, non potevo permettermi lanci lunghi, invenzioni, fantasie. Bisognava correre, fare passaggetti facili facili, sovrapporsi».
E qui però irrompe la “melina”, che poi è la stessa cosa del tiki taka e del gioco corto, ma ha un’origine cestistica e bolognese. Perché «fer al zug dla mléina» era lo scherzo di passarsi qualcosa sulla testa di altri per divertimento e scherno e, quando nella pallacanestro non esisteva il limite di tempo per tirare a canestro, alla Virtus Bologna per prima fu proposto come schema perfezionato e continuato. Lo spiega in questa maniera anche la Treccani, che non è proprio testo da quattro gatti al cine.
Lorenzo Gioberdi
15 Marzo 2016