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TPer favore, cambia strada
Non hanno senso soprattutto durante i T-Days le lunghe tratte di certe linee: da Borgo Panigale a San Ruffillo o da Casteldebole a San Lazzaro
Ci dà l’assist una lettera pubblicata sulle pagine di repubblica Bologna, dove Monica Zanni si chiede: «E’ proprio necessario che tutti gli autobus attraversino il centro di Bologna per andare da una periferia all’altra? Non basterebbe farli arrivare in centro e poi farli tornare indietro, sia nei T-Days che nei giorni feriali? Vorrei sapere quanti prendono l’autobus alla Barca per arrivare al Pilastro o a San Ruffillo per arrivare in Via Saffi».
Ha ragione da vendere. Chiunque abbia messo il naso fuori da Bologna e magari in una città con la metropolitana sa benissimo che è normale salire, scendere, cambiare linea e soprattutto i filobus andrebbero tenuti lontani il più possibile dalle strade più strette o trafficate del centro.
Prendiamo la linea 19: Casteldebole-San Lazzaro. Se uno vuole andare in stazione scende in Via Saffi o in Via San Felice e si prende il 36, prenderà un’altra linea se vuole proseguire verso Est. Sabato e domenica, passaggio modificato per Via Irnerio e via dei Mille, e – proposta – inversione in Piazza dei Martiri. Nell’altra direzione, identica manovra a quella del weekend della Linea 13, che svolta verso Via Lame mentre all’opposto il cambio di marcia avviene in Piazza Cavour. Senza dimenticare le linee che percorrono nei due sensi i viali di circonvallazione e che potrebbero assolvere benissimo alla funzione di scambio.
Così accade dappertutto, ma Bologna fin dai tempi del piano Winkler si crogiola per l’esistenza dell’ACCAS: Assessorato Complicazione Affari Semplici.
Franco Montorro
10 Ottobre 2016