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Trentalance al Welfare, Tex all’Ordine Pubblico
Ogni candidato sindaco dovrebbe presentarsi preventivamente con una lista completa degli assessori. Nessuno lo farà, ma noi ci scherziamo su
I corridori sono verso il traguardo delle elezioni comunali sono già passati sotto lo striscione dei dieci chilometri all’arrivo, e c’è già chi tenta l’allungo per evitare la volata, chi si fa trainare della squadra, chi va avanti a strappi, chi preferisce stare alla ruota dell’avversario. A maggio passeranno il cartello dell’ultimo chilometro e risulteranno decisive, come nel ciclismo, due cose: il gioco di squadra e il talento individuale.
E qua, più che ad una Milano-Sanremo mi sembra di assistere ad una corsetta dopolavoristica e parlando di biciclette liberiamo subito l’assessore Colombo da qualsiasi sospetto. Lui non c’entra, lui non c’entra nulla, non c’entra proprio.
I meccanismi della propaganda sono sempre gli stessi: chi ha governato dice che ha fatto tutto bene, chi si oppone dice che ha fatto tutto male, del resto il manicheismo non è nato ieri. Cambiano gli slogan ma i temi che fanno appeal sono sempre quelli: traffico, sicurezza e comodità. Quest’ultima è sempre e solo accennata, ma in una città vecchia di età della popolazione come Bologna rappresenta un elemento importante, almeno per il PD. Perché il suo zoccolo dura resta fra i totem della tribù dei pensionati, che vorrebbe servizi a domicilio o quasi, percorsi accessibili, autobus frequenti e pochi giovinastri senza ordine di nazionalità o di razza fra le scatoloe quando alle 8.30 si va con il carrello a ripetere il rito dell’ingresso al supermercato come fosse la partenza del Gran Premio di Monza. Almeno è gente che a suo tempo i “Maruchein” li ha accolti e fatti integrare e se ne sentono spesso di quelli con la pronuncia incerta fra Sant’Euemia e Santa Viola.
La cosa davvero negativa è che ogni schieramento si schiera per slogan e per partito preso, e facendolo interpreta un copione scritto a livello nazionale.
Io vorrei una serie di candidati slegati dai partiti anche se ad essi chiaramente collegati. E vorrei che “civico” non fosse solo un’affermazione di comodo. Esempio: «Mi chiamo Petronio Nettuno, alle ultime elezioni ho votato Partito Rivoluzionario Istituzionale, sostengo la candidatura dei portici di Bologna a Patrimonio dell’Unesco, la pedonalizzazione di Via Zanardi, la realizzazione di un people mover fra lo Stadio e la Certosa. Non accetterei mai alleanze con il Partito Demografico, il partito liquido dei Tre stelle, la Bella Rega, Sèl e Pavver. ma soprattutto dico subito quali sarebbero i miei assessori in caso di elezione: la Maestrina dalla penna rossa all’Istruzione, Tex Willer all’ordine pubblico, Achille alla Sanità ma senza delega alla Tallonite, Gianfranco Civolani alla Memoria Storica, Franco Trentalance al Welfare, Ricci Casa alla Mobilità intesa come arredamento, Beppe Maniglia alla Cultura.
Dino Squassa
9 Dicembre 2015