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Nervo Sismi per il referendum
A un paio di mesi dal referendum il dibattito diventa sempre più spesso scontro e Bologna non è immune da questa febbre di tifo, vedi ad Anzola
Nervo Sismi, non nervosismi, sommovimenti fra fazioni (partiti poi quello vuol sempre dire) a favore del Sì o del No. Anche nella città metropolitana di Bologna. Non starò qui a dire che cosa voterò al referendum costituzionale del 4 dicembre, a meno che non mi venga chiesto in maniera esplicita, ma invito solo ad andare alle urne: perché non ovunque è un diritto tutelato e rimane invece un dovere morale. Soprattutto quando molti dimenticano che il referendum è l’unica forma di democrazia diretta esistente.
Ma andiamo nello specifico, mettiamo la freccina rossa del nostro Google Maps su Bologna. Perché parafrasando quello che si diceva di New York: se l’Italia non è Bologna, Bologna è l’Italia. E il gioco di parole vale soprattutto per il PD, che forse qui meno di altrove si è annacquato, certo. Perché epigoni locali di Verdini e Alfano a sostenere la giunta comunale sarebbero inimmaginabili, ma al di là della forma resta la sostanza di un partito che vorrebbe marciare allineato e coperto verso il referendum, e ci sta, dunque critico nei confronti di chi al proprio interno è dissidente (termine scelto non a caso). Non ci sta invece il livore contro gli “esterni” e livore è un termine gentile, come quello mostrato pochi giorni fa nei confronti dell’Anpi. Colpevole (sic!) di aver organizzato un convegno ad Anzola, per la presentazione di un libro di un ex giudice della Corte Costituzionale. E questi ad un certo punto, inevitabilmente è finito a parlare anche del referendum, causando il risentimento di due pezzi grossi del PD locale, non mi interessa se con cariche amministrative o meno, per i quali il No è come l’aglio per Dracula. Che se la sono presi con gli organizzatori, accusandoli di aver teso l’imboscata di una presentazione finita in comizio. Ora, a parte la miserabile storia apparsa sui giornali e non si capisce bene perché collegata degli 80 euro di affitto della sala di Anzola, se parla un costituzionalista ci si deve aspettare che a tratti disserti del duello Clinton-Trump o del papato di Francesco?
Eccoli i sismi del nervo, questa ritrovata vocazione italiota alla contrapposizione a prescindere e perfino isterica, e al “Chi non vota come me, peste lo colga”. Di più e di peggio, certe frange del PD diluito anziché guardare al futuro sembrano voler preferire il passato. Non al PCI di Berlinguer, molto più indietro e molto più a Nord Est: Da? Spasibo, tovarish. Niet? Vladivostok!
Franco Montorro
10 Ottobre 2016