Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 51
Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 52
Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 53
Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 54
Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 55
Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 56
Warning: A non-numeric value encountered in /public_html/wp-content/themes/themeforest-2415788-gonzo-clean-responsive-wp-magazine/gonzo/single.php on line 57
Più tifosi che sportivi
Squadre deboli, risultati scarsi, pochissimi atleti di richiamo, impianti vecchi e fatiscenti. Così, inevitabilmente, dal fare si passa al dire
Purtroppo Bologna, intesa come città metropolitana, anche nello sport è lontanissima dalla Bologna della “febbre del fare”. E il fatto è che gli appassionati, sempre più appassiti, per usare un gioco di parole, siano ormai più tifosi che sportivi, più propensi a parlare di sport che a praticarlo e a sostenerlo. Anche se avrebbero molti motivi, per ragionare al contrario e se nel corso del tempo la passione primaria, quella che si esprime sugli spalti, ne ha generate diverse secondarie, quasi tutte passive perché prevedono una presenza statica davanti alla radio o al televisore.
Piccolo riassunto delle recenti (ma non solo) vicende sportive petroniane: ultimo scudetto del calcio nel 1964; ultimo scudetto nel basket nel 2005; progressivo ma inesorabile declino della squadra di volley Zinella; tiene botta solo nel baseball, la Fortitudo. Una mosca bianca…
Sono state progressivamente cancellate manifestazioni che negli anni ’70 e ’80 caratterizzavano Bologna come un polo sportivo di valore internazionale. Vedi i tornei di tennis agli attuali PalaDozza e CRB che richiamavano – soprattutto nel primo caso – l’élite mondiale. Vedi le manifestazioni di atletica al Dall’Ara (un meeting di spessore assoluto, anche in questo caso), nel corso della quale il francese, Vigneron, tentò addirittura di stabilire il record del mondo nella specialità del salto con l’asta. La stessa piazza ospitò un torneo estivo di basket di incredibile fascino, visto lo scenario, al punto da interessare anche registi di fama internazionale. Vedi gli appuntamenti della boxe, ad esempio il classico e seguitissimo Santo Stefano pugilistico; vedi gare di ciclismo di vertice all’interno dei Giardini Margherita. Per non dire del GP, a Imola, dove le colpe della cancellazione dal calendario della F1 non sono locali ma la pennellata al dipinto del rimpianto è comunque bella larga.
Bologna poi, non ha mai “prodotto” grandi atleti, negli ultimi anni. Potrei citare Gianluca Pagliuca, portiere della Nazionale, e il più grande sportivo di sempre, ma per quello che riguarda Bologna, anche il più anomalo: Alberto Tomba, sciatore. Marco Belinelli, poi: cestista da campionato professionistico NBA. Jessica Rossi che però non è più tornata ai livelli dell’oro di Londra 2012. Siamo sicuri che al di là dell’istruzione tecnica questa penuria non sia direttamente imputabile a nessuna situazione strutturale, non è rapportabile ad uno stato degli impianti? In ogni caso ci traghetta bene verso il punto successivo. Dolente
Gli impianti. Quando si analizza lo stato delle cose, ci si ferma alla quantità (scarsa) e alla qualità (poca). Ma perché a Bologna non si organizzano eventi e non nascono campioni, giusto per affrontare due aspetti negativi non necessariamente legati ai risultati dello sport di élite, calcio e basket? In primis questo non accade più anche perché Bologna non ha impianti all’altezza,oltre ai due palasport principali. Poi però scopri ad esempio che la squadra di rugby a suo tempo è stata costretta ad emigrare perché si vergogna delle condizioni del proprio impianto, alla Barca, che la pista di atletica del Dall’Ara è inagibile, e che lo stesso Dall’Ara deve slalomeggiare fra le norme Uefa per poter ospitare una gara internazionale di calcio, che non esistono proprio strutture adeguate per altre discipline, che degli impianti minori è meglio lasciar perdere, per non dire delle due piscine storiche. Tiriamo il fiato. A Bologna non c’è bisogno di parchi delle stelle, definizione non casuale, semmai di impianti non ridotti a stalle.
Nell’ultima campagna elettorale comunale uno dei temi (abbastanza) forti di tutti gli schieramenti – ne parleremo in maniera più approfondita in un altro articolo – era la candidatura ad ospitare le Universiadi 2019. Era uno smisurato ma perfino grottesco atto di fiducia nei confronti delle autorità sportive internazionali, che oggi riconoscerebbero sì Bologna come la più antica università del mondo, ma anche con una delle impiantistiche più antiquate d’Italia, sia per l’attività di base che per quella professionistica.
Ivo Guerrini
7 Novembre 2015